mercoledì 16 dicembre 2009

Una due giorni romana

Due giorni a Roma davvero non male. Ho alloggiato in un alberghetto carino e piccolino in via Gregoriana, ci si arriva salendo la scalinata di Trinità dei monti °_^
Ci sono stata tante volte a Roma eppure questa è la prima che vivo davvero il centro, stamdo ad Acilia non è per niente lo stesso anche se al centro ci si va spesso.
Penso che se ci vivessi da sola preferirei il centro anche se fa molta gola la vicinanza di Acilia con Ostia.

In ogni modo week-end inaspettatamente soddisfacente. Ero "preoccupata" più che altro sul dove poter pranzare e cenare, dato il proliferare di ristorantini confezionati a misura del turistino di turno. Ho scoperto però con sommo piacere che addentrandosi un pochino si riesce a trovare qualcosa di interessante anche nei dintorni di Piazza di Spagna. Il primo giorno si è pranzato in una traversina di via del Babuino (di cui non ricordo il nome ma che si trova proprio di fianco alla fontana del babuino=_=), una saletta piccola e carina, dallo stile provenzale; le offerte del menù sono molto carine: c'è ogni genere di insalatona con ingredienti anche insoliti a non più di 12 euro e primi o secondi piatti del giorno a non più di 10 euro. Servizio veloce, cibo di qualità e personale gentile, in particolare il proprietario, che è di origini napoletane, è simpaticissimo. Ci ha offerto anche un discreto caffè :P

A proposito di via del Babuino eccovi una chicca: il suo nome deve l'origine alla fontana per uso pubblico adornata con la statua di un sileno, figura che nella mitologia greca era un veccho, obeso, peloso, nudo oppure vestito di pelle di capra, i romani ribattezzarono quindi la statua che giudicarono repellente "er babuino".

La cena mi ha riservato una bella sorpresa: barrette dietetiche ai cereali in camera, eravamo stanche e non ci andava di vestirci per andare a cenare.
Il pranzo del giorno successivo è stato consumato (yummi) in una tipica trattoria romana: carciofi alla romana, tonnarelli cacio e pepe e saltimbocca alla romana.
Il personale davvero folkloristico, con parlata romana a go go e ironia coinvolgente. Tra l'altro uno dei cuochi in cucina addetto alla verdura ci ha spiegato tutto il procedimento per la preparazione dei carciofi con tanto di dimostrazione pratica; ha praticamente preso un carciofo crudo, ci ha dimostrato come si deve tagliare e pulire, lo ha cosparso di limone
e poi ha spiegato come andrebbe cotto. Il bello è che ha riportato dalla cucina lo stesso carciofo tagliato fatto all'insalata, così tanto per non buttare via il povero carciofo (il "violetto" ad onor del vero, che è il nome della varietà che serve per fare i carciofi alla romana!)
E finalmente ho anche cenato. Siamo state ad uno dei ristoranti giapponesi più antichi di Roma, lo Hamasei. Ambientazione tipica con personale giapponese e saletta tatami. C'è il sushi bar ma non il kaiten purtroppo. Prezzi nella media dei ristoranti giapponesi: una porzione di yakimeshi, 18 pz misti di sushi, temaki, nigiri e uramaki una porzione di yakitori e l'acqua 40 euro; ci hanno anche offerto una zuppa di benvenuto con fagioli e alghe.

Il caffè lo abbiamo preso all' Antico Caffè Greco giusto per non farci mancare un altro pezzo di storia.

Non è che si è solo mangiato abbiamo anche fatto interminabili giri per tutti i negozi!!!

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